La Vita che Desideri – Recensione

Tunué pubblica una graphic novel che riflette sui temi della violenza pubblica e privata, del conformismo, della Shoah, delle leggi razziali, delle deportazioni e dell’omosessualità in un’epoca di forti tumulti e cambiamenti politici e sociali

La vita che desideri è un fumetto molto particolare: la storia inizia nel 1914, ma percorrendo tutta la vita di Giulio arriveremo sino al 1943. Sono date importanti. Tutti, anche se non c’eravamo, abbiamo presente dell’epoca di cui stiamo parlando. Sono anni terribili: quelli di chi si è trovato a vivere tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Anni senza speranza, senza sogni, in cui non si vedeva nulla se non morte e distruzione. Nonostante tutto questo, la vita di Giulio sembra non essere solamente un ricettacolo di negatività e sconforto. Lo vediamo impaurito, intimorito prima da un delitto a Vienna, città in cui si apre il fumetto, poi nei giorni sul Carso, obbligato a combattere senza volerlo, ma soprattutto obbligato a riconoscere un sentimento che implicherà non pochi problemi nella sua vita. Nonostante tutto però, Giulio rimane un personaggio positivo: è delicato e altruista, come ci accorgeremo nell’ultima parte del fumetto, ma procediamo per gradi.

Inizialmente i lettori percepiscono che Giulio sia omosessuale, ma Giulio stesso non sa ancora di esserlo fino a che non si confronta con il prigioniero austriaco che deve sorvegliare e che in realtà conosce già. Una nuova consapevolezza dei suoi sentimenti e della sua essenza, la troviamo più avanti nel fumetto, quando Giulio incontra Giorgio, un personaggio molto complesso: prima un ragazzo annebbiato completamente dall’ideologia fascista, poi un adulto consapevole del suo ruolo di partigiano. Nel mezzo di questo repentino cambio di rotta, l’incontro con Giulio, datore di lavoro, amico, amante, poi alleato politico. La storia dei due è un complicato intreccio di amore, odio, risentimento, travolgimento: una storia reale. È certo che il tempo non aiuta i due, non è ancora purtroppo, facile dimostrare i propri sentimenti in modo chiaro e trasparente senza essere oggetto di terribili angherie, figuriamoci negli anni più bui della nostra era.

Non è stato sicuramente semplice per gli autori ricercare e riportare su carta questo turbinio di storie, emozioni, idee. Hanno cercato di non tralasciare nulla: dall’introspezione dei personaggi, alla storia vera e propria; dall’educazione fascista, all’organizzazione della Resistenza. Per il lettore non è facile tenere insieme i fili, non è sicuramente un fumetto leggero. La narrazione è densa di avvenimenti mentre il disegno è molto semplice e minimale, facendo quasi da contraltare alla ricchezza dei temi della sceneggiatura.

Il fumetto è molto lungo, superiamo infatti le 300 pagine, ma è in fondo la tormentata storia di Giulio a richiedere così tanto materiale. Dopo quello che sembra un punto di non ritorno tra Giulio e Giorgio, qualcosa cambia, c’è un altro passo ancora, un’altra difficoltà ancora, in un mondo che non ne voleva sapere di vivere serenamente.



Abbiamo parlato di:

Carla Gambale

Non si ha memoria di quando abbia iniziato a leggere, ma non ho mai smesso. Lotto da tempo immemore con mia madre per farle comprare una nuova libreria. Tra un'emicrania e l'altra mi adopero a leggere, scrivere e parlare di libri, fumetti e serie tv, poi nel tempo libero studio anche archeologia

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