La storia come un romanzo e il dilemma dell’eroe

copertina speciale eroi
Sfortunato quel Paese che ha bisogno di eroi, scrisse una volta un signore tedesco che di nome faceva Bertolt Brecht e di mestiere il drammaturgo. Al di là delle convinzioni di ognuno – personalmente penso che gli eroi servano, purché, ad un certo punto, abbiano la saggezza di ritirarsi in campagna, come fece Lucio Quinzio Cincinnato. -, i fumetti e la letteratura abbondano di esempi di uomini e donne, spesso con poteri paranormali, ancora più spesso con una forza interiore ed esteriore fuori dal comune.

Da qualche settimana, il Corriere della sera, approfittando della leggerezza tipica dell’estate, ha lanciato una iniziativa editoriale, “La storia come un romanzo”, dando ai lettori l’occasione di riscoprire le gesta eroiche di Achille e di Ettore, di Ulisse e di Enea, di Alessandro e del suo cavallo Bucefalo, passando per la piana di Maratona e il foro romano ai tempi di Caio Giulio Cesare e di Caligola, per arrivare alla Milano dei Visconti, alla Guerra dei cent’anni e alla battaglia di Poitiers. Letture interessanti, da riva al mare, quelle scelte dalla regia del Gruppo Rcs, le quali rilanciano il grande tema di chi sia l’eroe, l’invitto o lo sconfitto, il grande condottiero o l’oscuro soldato, Achille che sconfigge Ettore, vendicando la morte di Patroclo, o, piuttosto, il tanto denigrato Paride che, a sua volta, uccide il pelide Achille.

la storia

È il grande gioco che pone i lettori della Marvel davanti al dilemma se seguire Steve Rogers/Capitan America o Tony Stark/Iron Man, oppure per chi parteggiare nel saga degli X-Men; o ancora se nell’universo della DC Comics vi è posto per Superman e per Batman o solo per uno dei due.

Più umani gli eroi della Bonelli: ipocondriaci come Dylan Dog; di poche parole e quelle poche non sempre politicamente corrette come Dampyr; tenebrosi come Nathan Never; barcamenanti come Mister No; saccenti come Martin Mystère. Nell’universo Bonelli, torto o ragione, ingiustizia e giustizia hanno contorni più netti e rassicuranti per il lettore. Forse un eroe capace di mettere d’accordo tutti c’è: Tex Willer, Aquila della notte, il ranger che non invecchia, che rimane fedele alla moglie prematuramente scomparsa, che combatte i soprusi dei bianchi e dei pellerossa cattivi. Certo, poi, ti torna in mente l’omonima canzone dei Litfiba e qualche dubbio affiora. Come disse il poeta, ai posteri l’ardua sentenza, sempreché ogni tanto nasca un Omero o un Tiziano Sclavi a raccontarci la loro personale visione dell’eroe.

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Greystoke

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