Jeeg Robot – La rivincita delle donne sul mondo dei robottoni

Jeeg Robot d’acciaio non è solo il simbolo di un intero universo, di un’enciclopedia vera e propria sul genere mecha, la sacca di soldi di Fogus  (e non di Pelù) che ha cantato la sigla in Italia e che a distanza di quasi 40 anni è ancora un tormentone. No. Quest’opera è unica perché attribuisce, aggiungo giustamente, alle donne che fanno parte della storia, il ruolo di motore pulsante di un’avventura che spacca le chiappe a tutti. Jeeg Robot è cuore, acciaio e il sacrificio di tre grandi donne: Miwa, Himika e Flora. Usciamo definitivamente dagli stereotipi delle gentildonne perché qui non si scherza, nessuna damigella in pericolo.
Sono loro il pericolo.

Attenzione: come fatto in precedenza per Mazinger Z, anche in questo caso parleremo dell’anime Kotetsu Jeeg  (Jigu) del 1975, lasciando consapevolmente da parte Shin Jeeg Robot d’acciaio (che non ha senso di esistere) del 2007 e ovviamente il manga da cui è tratta la serie.

Se avessimo soltanto a disposizione la storia di Kotetsu Jeeg, potremo comunque farci un’idea più che completa sulla filosofia nagaiana, perché vi ritroviamo i temi più importanti trattati durante la sua splendida, prolifica e poetica carriera. Oppressori e oppressi, un Pianeta tremendamente bello come la Terra, distrutto e reso ignobile dalla razza umana bastarda, l’utilizzo del sapere scientifico e tecnologico al servizio del bene contro il male. E non sapremo mai qual è il vero confine tra gli stessi, uno dei più grandi insegnamenti del Maestro Nagai.

Questo è Kotetsu Jeeg, reso celebre dalla trasposizione animata che da noi arrivò nel lontano 1979.

È alto undici metri e pesa 12,5 tonnellate Jeeg. Tuttavia, non è la maestosità del super robot la carta vincente contro i nemici che vogliono riprendere possesso della Terra (che poi è solo il Giappone e poco c’importa) ma il suo cuore e la sua mente. L’uomo è egli stesso macchina, cuore, corazza, energia magnetica. E nulla sarebbe possibile senza Miwa che pilota il big shooter lanciando i componenti del robot che assemblandosi danno vita a Jeeg Robot.

La sua umanità è unica e questo ci piace davvero tanto.

Con il Maestro Nagai, ragioniamo sempre fuori dagli schemi sociali, abbandoniamo l’idea delle vie di mezzo su cui ormai ci siamo pigramente adagiati.  Non assumere posizioni estreme sa d’imposizione, piuttosto che d’innocente consiglio.  Si dice che “la giusta misura dell’amore è amare smisuratamente”. Jeeg Robot ci ha insegnato questo attraverso la sua storia.

Hiroshi Shiba è il nostro uomo, scampato miracolosamente a un’esplosione e salvato dall’intervento del padre, il professor Shiba, che miniaturizza una campana di bronzo ritrovata durante uno scavo archeologico per inserirla nel petto del figlio.

Questa campana, funge da sorgente elettromagnetica che in seguito, durante le trasformazioni, attirerà i componenti del Jeeg. Ci si arriva per gradi eh, prima Hiroshi diventerà un umanoide corazzato, una forma intermedia del super robot, e solo dopo arriveremo alla famosa testa del Jeeg.

Il malvagio popolo Yamatai si risveglia da un sonno durato millenni. La perfida (splendida) Regina Himika, al comando di un numerosissimo esercito, rivendica la sua sovranità sul territorio giapponese e si dichiara disposta a tutto pur di riavere ciò che un tempo considerava suo. Dalla parte della Regina troveremo schierati i ministri Ikima, Mimashi e Amaso. Arriverà il giorno in cui la regina Himika scoprirà il segreto della campana di bronzo custodita nel petto di Hiroshi: le iscrizioni sopra riportate, le permetteranno di invocare il Grande Imperatore delle Tenebre che, risvegliatosi dal sonno eterno, tuttavia la ucciderà per sostituirsi a lei sul trono.  L’Imperatore sottometterà con la forza il suo popolo, partendo a sua volta alla conquista della Terra. Il suo più fedele generale è Flora che dopo essersi più volte scontrata con Hiroshi, arriverà quasi a innamorarsi di lui e lo aiuterà, pagando però con la vita.

Ci si può commuovere guardando un anime che parla di robottoni? La risposta è si. Io mi piango l’anima ogni volta che lo rivedo.  Il coraggio e il sacrificio di Miwa, Himika e Flora rendono i 46 episodi dell’anime, una storia scevra da ogni stereotipo sul genere, basta lasciarsi dietro ogni preconcetto come sarebbe giusto fare per ogni aspetto della vita. Il rosa è solo un colore e non un colore di genere. Le storie sui robottoni parlano anche di donne coraggiose e non solo di uomini che salvano la Terra.

Miwa è la fedele assistente del defunto professor Shiba, amica insostituibile di Hiroshi. Lei è il Pilota della navetta Big Shooter che lancia i componenti a Hiroshi per l’assembramento di Jeeg aiutando il robot in combattimento. Rimasta orfana di madre a 4 anni viene allevata dagli Shiba quasi come una figlia. Non ci sono dubbi. A conti fatti è il personaggio più eroico della serie. Nonostante la sua fragilità non esita mai a correre in aiuto di Hiroshi, mettendo a repentaglio più volte la sua vita e la sua incolumità incurante delle numerose ferite riportate durante tutte le battaglie. La sua devozione verso la causa del professor Shiba è incondizionata.

La Regina Himika è splendida, bellissima. Sovrana del popolo Aniba, viene coadiuvata dai tre ministri e alla testa del fedele esercito di soldati rivendica la sovranità dell’Impero Yamatai sul Giappone. Grazie alla sua abilità di trasformare la roccia in materia organica scaglia contro i terrestri terribili mostri guerrieri, ma troverà Jeeg sempre pronto a sventare i suoi diabolici piani di conquista. Quando riuscirà a impossessarsi del segreto della campana di bronzo custodita nel petto di Hiroshi, tale informazione le risulterà fatale. Le iscrizioni presenti sulla campana le permetteranno d’invocare l’Imperatore delle Tenebre, e quest’ultimo non si farà scrupoli assassinandola, usurpandone il trono e dando il via a una campagna ancor più spietata nei confronti dei terrestri.

La Regina Himika non è semplicemente l’antagonista dell’eroe. È una donna devota al proprio popolo e al bene dello stesso. Ella è una combattente che sposa l’idea di riconquistare quelle terre violentemente espropriate dalla razza umana. È una guerriera che darà la vita per la propria gente.

Flora non è solo una delle donne più belle regalateci dal Maestro Nagai, è il fedele Generale dell’Imperatore delle Tenebre. Il racconto delle sue origini ci darà modo di capire perché prova così tanta devozione nei confronti dell’Imperatore. Istruita dallo stesso verso l’uso distorto del potere e il perseguimento di un piano di conquista crudele, avrà modo di ravvedersi sulle proprie scelte e di ritrovare la propria umanità innamorandosi di Hiroshi, che salverà da una trappola mortale firmando la propria condanna a morte. L’evoluzione del personaggio di Flora è uno degli aspetti più importanti e belli da seguire di questo capolavoro d’animazione.

Jeeg Robot è una storia che parla di sentimenti. Di un ragazzo che deve imparare a convivere con un ruolo che non si è scelto, quello dell’eroe, attraverso un percorso di accettazione lungo e sofferto. Di un padre che sacrifica ciò che rimane di sé, spinto dall’amore per il figlio e il suo popolo di appartenenza. Tuttavia Jeeg Robot è soprattutto la conquista di un podio tutto al femminile in un mondo chiuso e riservato solo agli uomini.  Capito bambine? Non fatevi convincere da chi vi dice che siete deboli e non avete le stesse abilità di un uomo. Voi un giorno potreste pilotare navicelle, diventare generali o guidare popoli in nome della libertà.
Potrete essere tutto quello che desiderate.
Ve lo dice Jeeg.

 

 

Abbiamo parlato di:

Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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